Le usanze da rispettare durante le festività sono sempre molto particolari ed affascinanti, soprattutto quando andiamo alla scoperta del Sol Levante con piatti carichi di tradizioni culturali e spirituali che si tramandano da secoli e che rispecchiano il modo di vivere del popolo giapponese. Il piatto tradizionale più rappresentativo della cultura nipponica in occasione del Capodanno è senza dubbio l’Osechi Ryori: è costituito da numerose ricette, ognuna contraddistinta da un particolare significato allegorico e servite all’interno di scatole su più livelli.
Come servire l’Osechi Ryori
Questo piatto viene presentato sopra una specie di vassoio a più piani, da cui tutta la famiglia potrà servirsi; questa presentazione ricorda le celebri bento box, i vassoi-contenitori dotati di coperchio con cui vengono serviti i pasti in porzioni singole. La scatola in cui viene servito l’Osechi Ryori si compone di diversi livelli a loro volta divisi in più parti fino ad un massimo di nove: ogni spazio contiene un piatto per far sì che le ricette in essi contenute non si mescolino tra di loro. Tra queste ricette potrete trovare insalata di daikon e carote (Namasu), radice di bardana (Tataki Gobo), bottarga di aringhe (Kazunoko), alici caramellate (Tazukuri), polpette di pesce (Kamaboko), radici di loto fermentate (Su Renkon), omelette dolce (Datemaki), torta di riso (Mochi), gamberi con salsa di soia (Ebi no Umani). Molto spesso si tratta di cibi essiccati, poiché in passato l’assenza di frigoriferi e la chiusura prolungata dei negozi in cui comprare da mangiare costringevano a preparare dei piatti che potessero essere consumati anche dopo più giorni.
Cucina giapponese per Capodanno: ricette con un significato preciso
Ogni preparazione non è concepita soltanto con l’obiettivo di soddisfare il palato, ma anche di portare fortuna, di essere di buon auspicio per il nuovo anno che sta per iniziare. I riferimenti possono essere per la salute, per il benessere economico ma anche per scacciare gli spiriti maligni; quest’ultimo proposito viene perseguito attraverso la scelta del colore nero da inserire nelle ricette. Per invocare ricchezza e fortuna, ad esempio, vengono mangiati i Toshikoshi-soba: degli spaghetti la cui lunghezza vuole simboleggiare una vita lunga, mentre la ricchezza deriverebbe dalle officine di oro e di argento risalenti al periodo Edo in cui la pasta di soba serviva a raccogliere i residui di polveri preziose. Il primo giorno dell’anno, invece, è tradizione bere un tè verde (Fukucha) con una prugna salata ed agrodolce all’interno. Le uova di aringa (kazunoko) rappresentano la fertilità, le alghe nere invece richiamano la gioia e l’allegria, i kuromane simboleggiano la salute e la forza fisica, mentre gamberi e rafano bianco rappresentano una vita longeva.
Il giorno della depurazione
Il settimo giorno del nuovo anno, arriva il momento di fare una piccola pausa e rallentare con la quantità di cibo a tavola. Per questo motivo si usa mangiare il nanakusa-gayu: una zuppa riso condita con sette erbe per potersi concedere una pausa dalla molteplicità e dalla ricchezza di cibi mangiati durante le feste e dare meritato riposo allo stomaco.